Operativo da qualche tempo, finalmente ha portato i primi frutti #Kutoo, il movimento nipponico contro il tacco alto. Sembra assurdo nel 2020, ma in Giappone le donne sono costrette per legge a indossarlo sul posto di lavoro, per questo motivo si sono opposte lanciano una petizione che ha raccolto tantissimi consensi.

L’imposizione del tacco 12 è diventata inaccettabile, è una battaglia di libertà: il dress code imposto non ha motivo di esistere, soprattutto nel mondo del lavoro che esige dinamicità e versatilità. Le lavoratrici non vogliono rinunciare all’eleganza, ma solo alle sofferenze di un accessorio che ormai da tempo ha perso il suo appeal. E così, sull’onda del #metoo, il movimento femminista contro le molestie sessuali nato nel 2017, in Giappone è nato #Kutoo, per merito di una designer giapponese, Yumi Ishikawa, che vuole liberare le donne dalla tortura del tacco alto. Obiettivo: eliminare la legge che obbliga le donne a indossarlo.

Un primo obiettivo è stato raggiunto: la compagnia aerea All Nippon Airways Co ha cambiato le regole sull'abbigliamento delle assistenti di volo. Dal primo maggio sono libere di indossare scarpe più comode. La decisione è arrivata proprio grazie a #Kutoo, la campagna contro i rigidi codici di abbigliamento previsti dalle aziende giapponesi che ha mobilitato migliaia di donne online. Tantissime hanno postato le foto di piedi massacrati da scarpe con i tacchi, dopo ore in piedi al lavoro. Una tortura a cui bisognava porre fine.

Il tacco 12 oggi non è più simbolo di sensualità e femminilità. Il futuro deve aderire ai codici della parità di genere e offrire formule nuove, all’avanguardia per design, confort e raffinatezza. GuidoMaggi è la risposta alle nuove esigenze femminili: la maison salentina realizza scarpe con rialzo, 100% made in Italy, personalizzate e in grado di aumentare la statura fino al 15 centimetri nel confort più assoluto. Pelli pregiate, artigiani sapienti e forme accattivanti per modelli che affascinano le donne contemporanee. La bellezza di essere slanciate e più sicure di se stesse si sposa con la voglia, anzi il diritto, di stare bene senza le dure imposizioni di un codice superato.