#Kutoo, avanza il movimento nipponico contro il tacco alto
lunedì, settembre 02, 2019
Costrette per legge a indossarlo sul posto di lavoro, le donne
giapponesi ora si ribellano e lanciano una petizione. Ma l’alternativa esiste e
ha il marchio dell’eccellenza italiana: le calzature con rialzo GuidoMaggi per
essere più alte senza rinunciare al comfort più assoluto
Una battaglia per la libertà, quella delle donne giapponesi. Libertà di
essere se stesse senza le dure imposizioni della tradizione. Tra queste, la
regola di indossare il tacco 12 anche al lavoro. Oggi non è più accettabile,
oggi in nome della parità di genere e della ritrovata dignità, nessun dogma può
dettare legge sulla pelle delle donne. In questo caso, sui loro piedi. E così,
sull’onda del #metoo, il movimento
femminista contro le molestie sessuali nato nel 2017, in Giappone avanza un
nuovo movimento chiamato #Kutoo, lanciato da una designer giapponese, Yumi Ishikawa, che vuole liberare le donne dalla tortura del tacco alto. Obiettivo del movimento è quello di
eliminare la legge che obbliga le donne a indossare i tacchi sul luogo di
lavoro.
Proprio così: una norma impone un dress code che mina il benessere
delle lavoratrici, il loro confort e la libertà di poter decidere cosa
indossare.
Yumi Ishikawa ha dato il via a una petizione online, iniziando da
Twitter. Con l’hastag #Kutoo, un gioco di parole tra i vocaboli kutsu (scarpe)
e kutsuu (dolore). Si perché indossare calzature di questo tipo durante
l’orario di lavoro è una vera e propria tortura. Il tacco 12 non è più un must have come un tempo, le donne,
consapevoli della loro femminilità e attente al proprio confort, non lo amano
più, troppo impegnativo, troppa sofferenza per una vita che tra casa, lavoro e
famiglia si fa sempre più impegnativa. Non è più un simbolo assoluto di
femminilità e sensualità.
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