Non chiamarla pelle se è plastica!

lunedì, febbraio 17, 2020

I conciatori argentini lanciano una campagna contro l’uso improprio del termine. Eco o green, è solo un falso materiale che inquina molto di più. GuidoMaggi da sempre adotta le buone pratiche della produzione e sceglie materie prime pregiate all’interno di una filiera ecosostenibile



Si può definire eco o green, con appellativi che ne esaltano il valore sostenibile, che puntano sull’esigenza di tutelare la l’ambiente facendo scelte consapevoli, ma è solo un falso. La pelle spacciata per green, eco o vegana è semplicemente plastica, molto più nociva e inquinante. La filiera conciaria da anni è vittima di campagne denigratorie da parte di animalisti e associazioni e vuole riaffermare con orgoglio le sue buone pratiche, da sempre ispirate ai principi dell’ecosostenibilità, dell’economia circolare e alla tutela dell’ambiente. Un settore troppo spesso oggetto di fake news che cerca di difendersi con la verità dei fatti. E una delle prime verità è che il materiale presentato come la nuova pelle ecologica in realtà è semplicemente banale plastica. Occorre fare chiarezza e comunicare lo spirito e l’anima sostenibile della pelle e della sua lavorazione, riscoprendo e rivalutando il valore e il prestigio di un materiale nobile, esclusivo, ma troppo spesso screditato.

L’ultima denuncia arriva dai conciatori argentini: No diga cuero si es plástico, è il loro grido per sostenere “una campagna di contrasto all’uso improprio” del termine “pelle”. La Cámara Industrial de las Manufacturas del Cuero y Afines (CIMA) sta lavorando a una proposta di legge che vieti l’uso del termine per materiali e prodotti realizzati in finta pelle. I vertici di CIMA hanno deciso, in sostanza, di sostenere un disegno di legge per impedire ai prodotti definiti in “pelle ecologica” di contenere il termine “pelle”. “Non chiamarla pelle se è plastica”. Una rivendicazione necessaria per difendere e sostenere un settore troppe volte screditato.

Non vogliamo che si continui a parlare di ecopelle. Perché è una bugia: è un telo di plastica” ha spiegato il segretario generale CIMA, Martin Occhione. I materiali cosiddetti alternativi, attuano una politica di concorrenza sleale, impiegando lo stesso termine fanno credere che si tratti di prodotti ecologici che conservano tutte le qualità e i pregi della pelle, ma con il valore aggiunto di non inquinare. In realtà, non è così: sono deleteri, eccome, per il pianeta. Sono artificiali, realizzati semplicemente in plastica e inquinano molto di più.

Le aziende serie, come GuidoMaggi, brand leader nelle scarpe con rialzo di lusso, da sempre fanno della sostenibilità una bandiera. È nel loro Dna rispettare l’ambiente e favorire un’economia quanto mai circolare, che limiti ogni spreco e sia rispettosa degli animali. La pelle è ed ha un valore inestimabile che va riconosciuto e coltivato con buone pratiche e senza inganni.

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