Pelle, finalmente una legge la tutela
giovedì, luglio 23, 2020
Contro gli inganni
di aggettivi fuorvianti– eco, vegan, green - interviene un decreto che tutela
chi, realmente, impiega solo vera pelle. Qualità, carattere, prestigio di una
materia prima, fin troppo abusata, che GuidoMaggi trasforma in scarpe con rialzo esclusive e
sempre cool
È una vittoria per l’intero comporto calzaturiero, ma lo è
ancora di più per il consumatore, da troppo tempo ingannato da marketing
selvaggio che spaccia
per pelle quello che è solo plastica. Finalmente è stato approvato il Decreto pelle e dal prossimo 24 ottobre ci saranno limiti rigidissimi all’abuso del
termine. Da green a eco e vegan si sprecano gli aggettivi che attribuiscono
ad un materiale artificiale caratteristiche che non possiede. La pelle ha
natura nobile, è una materia prima pregiata e impiegata da sempre secondo
criteri di sostenibilità e rispetto per l’ambiente e gli animali, evitando
sprechi e attivando un circuito virtuoso ante litteram di economia circolare.
Poi, arrivano attivisti e animalisti a “inquinare” una storia millenaria,
demonizzando la pelle e promuovendo l’impiego di surrogati definiti “più
ecologici”. Niente di più falso: si tratta solo di volgare plastica, molto più
nociva e inquinante.
Il comparto più volte aveva espresso il suo malumore per
questo stato di cose: la pelle ha una
storia, un valore e caratteristiche uniche che la rendono degna di rispetto e
tutela. Non può essere infangata così impunemente. Per questo in molti si
sono mossi per tutelarla. L’ultima denuncia è quella dai conciatori argentini
che, al grido No diga cuero si es
plástico, hanno lanciato “una campagna di contrasto all’uso improprio del
termine “pelle”. In Italia la rivendicazione dei conciatori si è trasformata in
legge, come scrive trionfalmente il magazine La Conceria: “Fino alla prossima
mutazione lessicale fuorviante, esisterà
uno strumento legislativo ufficiale, allo stesso tempo difensivo e offensivo,
da cui partire per mettere i furbetti della cosiddetta ecopelle davanti alle
proprie responsabilità”. Il decreto contiene l’espresso divieto dell’uso
delle parole pelle e cuoio per ciò che non lo è. Un divieto esteso “anche a
prefissi o suffissi, per identificare materiali non derivati da spoglie di
animali, come oggi avviene con i non ortodossi termini ecopelle, vegan leather
e simili utilizzati per materiali sintetici”.
Una vittoria per l’intero comparto. Un riconoscimento importante per chi, come GuidoMaggi, ha fatto della
pelle una materia prima prestigiosa, impiegandola sempre secondo i principi di
sostenibilità e rispetto ambientale. La maison leccese utilizza da oltre un
secolo solo ed esclusivamente vera pelle: garanzia di altissima qualità,
durabilità e classe. Trasformata in
scarpe con rialzo o accessori, la pelle viene lavorata dai sapienti artigiani
GuidoMaggi e trasformata in capolavoro di alta sartoria, emblema della bellezza
pura e del vero lusso. Emozione che solo la vera pelle può dare.
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